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Artisticamente Magazine

“Cleopatràs” con Anna Della Rosa al Parenti. Malosti ci spiega le peculiarità

“Cleopatràs” con Anna Della Rosa al Parenti. Malosti ci spiega le peculiarità

Tempo di lettura: 3 minuti

 

CLEOPATRÀS di Testori, nella versione-‘visione’ di Valter Malosti, con Anna Della Rosa e con Aron Tewelde si può dire che sia un cult ormai. «È diventato uno spettacolo popolare perché parte da un testo complesso e riesce, tramite un’interpretazione straordinaria di Anna e a tutta una serie di linee drammaturgiche (tra cui movimento e musica), a essere una sorta di ‘operina’», ci ha raccontato il regista. «Si è creata un’alchimia particolare, in gran parte dovuta all’interprete, ma frutto di un lungo lavoro».

Non è scontato ‘prendersi il tempo’ anche se si lavora per una rappresentazione scenica. Quando ciò accade va detto e, soprattutto, si avverte partecipando all’esperienza teatrale. Malosti ci ha rivelato, infatti, come abbiano lavorato tantissimo sul testo «avendo anche la possibilità di confrontarsi con questo ragazzo che stava realizzando l’edizione critica dei “Tre Lai” (di prossima uscita, nda) perciò abbiamo potuto osservare i dattiloscritti, le parti cambiate ed è stato davvero interessante. Questa è l’ultima opera che Testori scrive in ospedale» – ci ha tenuto a evidenziare Malosti – «ha qualcosa di ‘definitivo’, è poesia perché scritta in versi e, al contempo, molto concreta. Assomiglia tanto alla scrittura di Shakespeare, che non ha nulla di astratto, si appoggia su qualcosa di organico, in particolar modo legato al corpo. Pure nella stessa descrizione di paesaggi e città, quello di Testori è, se vogliamo, un calco dall’infolio ‘sescipiriano’ come diceva lo stesso autore. Abbiamo provato proprio a Canzo e questo ha influito. Il paesaggio interiore diventa quello della natura, che è a sua volta protagonista. La vicenda si svolge nella valassina e non più in Egitto e anche chi non sa dove si trovano questi posti, quando l’attrice pronuncia quelle parole, comprende esattamente di cosa sta parlando».

Cleopatràs: il lavoro sul sound e l’importanza della parola

Malosti ci ha raccontato come «si passi da Nino Rota, il quale ha reinventato una romanità nel “Satyricon” di Fellini rifacendosi all’Oriente per cui per noi è stato perfetto visto che abbiamo riscritto in musica, a cui si aggiunge una ricerca sulle composizioni di autori egiziani contemporanei. Tutto questo si interseca alla parola, la potenzia, ma ormai il ritmo musicale del testo è talmente dentro Anna che lo potrebbe fare senza nulla.
La musica (progetto sonoro Gup Alcaro) è usata diversamente nella prima e nella seconda parte. Eravamo partiti dall’idea di soubrette poiché mi ricordava molto il varietà degli Anni Sessanta e Settanta, ma nonostante l’uso del microfono, lei ha delle mini partiture coreografate (cura del movimento Marco Angelilli).

Cleopatràs Malosti
Ph Tommaso Le Pera

Il lavoro sull’immagine in Cleopatràs

«L’ultima parte dello spettacolo è sostanzialmente un’installazione quasi di arte contemporanea, con una performer che la realizza dal vivo. Quella stanza ha tutte le caratteristiche di un’installazione visiva, potrebbe esistere anche da sola. È abitata dal corpo di Anna».

Chi si è avvicinato già a Testori lo sa bene e il Teatro Franco Parenti di Milano in più occasioni lo ha proposto e continua a farlo. Può sembrare ‘ostico’, ma questo è un preconcetto da sfatare. Come? Malosti ci ha risposto: «Chi lo fa, per poterlo dire, deve capire tutto in maniera precisa. La storia è molto comunicativa, piena di emozione. Giovanni Testori è un autore meravigliosamente proteso verso il pubblico, mai chiuso in se stesso nonostante la difficoltà della lingua. Dopo i primi dieci/quindici minuti al massimo in cui il pubblico lo ascolta, si abbandona. Lo stesso accade per “Lazarus”: il primo quarto d’ora lo spettatore può rimanere sconcertato e poi si lascia andare alla parte emotiva, che, a mio parere, è un po’ trascurata dal teatro italiano a mio parere; io, invece, cerco, sempre di tirarla fuori nella forma, anche a costo di sbagliare».

Vogliamo concludere con questo invito e, al contempo, ‘promemoria’ di ciò che (determinati) artisti compiono come atto e come ci dovremmo porre noi come spettatori: «Ogni volta che un’interprete come Anna va in scena è un dono, non ci si cura neanche di quello che uno lascia nel senso che ciascuno può prendere quello che vuole proprio come accade con Bowie. Le persone che ci vengono a incontrare a teatro devono essere libere di incontrare i mondi che desiderano, non ne voglio imporre nessuno nello specifico», ha tenuto a esprimere Malosti coerentemente col suo approccio nel fare teatro e arte.

Riassumendo

“Cleopatràs” presso il Teatro Franco Parenti

DURATA: 70’

DATE E ORARI: mercoledì 7 giugno h 19:45; giovedì 8 giugno h 21:00; venerdì 9 giugno h 19:45

PREZZI:
– Primo Settore (file A–I)
intero 22,50€ + 1,50€ quota energia;
– Secondo Settore (file L–R)
intero 20€; under26/over65 15€; convenzioni 15€
– Terzo Settore (file S–ZZ)
intero 15€; under26/over65 15€; convenzioni 15€
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Tutti i prezzi non includono i diritti di prevendita.

Ph cover: Tommaso Le Pera

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