“ÉCHOS” svela e punta sulla potenza musicale e coreografica del rapper Sly Johnson, ex membro del gruppo musicale Saïan Supa Crew. Indossa i panni di attore in quanto deve comunicare ancor più con la gestualità e la mimica del volto, dimostrando una padronanza dello spazio scenico e del ‘dialogo’ da intessere con le creazioni video. La peculiarità sta nel creare attraverso il beatbox live (una vera e propria arte da saper maneggiare e personalizzare: consiste nel dar vita a varie percussioni con il solo uso della voce) una partitura ritmica che dialoga in simbiosi con suggestive creazioni video volte a riproporre l’immaginario onirico dell’autrice Mathilda May.
Lo spettatore di turno si può ritrovare spiazzato (in particolare se si è abituati al teatro ‘classico’) oppure rimanerne affascinato. Innegabilmente è una modalità che riesce a entrare maggiormente in sintonia con le generazioni più giovani e che può rivelarsi anche uno strumento di avvicinamento verso il teatro per cui ben venga, all’interno di una manifestazione come il Campania Teatro Festival, che ci siano una pluralità di proposte e di linguaggi. In “Échos” non esiste la ‘canonica’ parola, eppure i minuti volano, facendosi letteralmente risucchiare – un po’ come accade, a un tratto, al nostro protagonista – nei ‘giochi’ creati col video e tramite la tecnologia mai fine a se stessa, ma funzionale alle suggestioni che si vogliono restituire.
Un viaggio d’amore sensoriale e immersivo che mescola improvvisazioni musicali, performance visive e la videoarte con la poesia sonora per condurre il pubblico nei ritmi della nostra vita intima (non è casuale che, in un preciso punto, si avverta amplificato il battito cardiaco) e definire l’universalità delle emozioni.
«Riflettendo desideri o paure sepolte, a volte assurde, bizzarre o divertenti, i sogni sono una fonte di ispirazione e una materia prima quasi infinita per la creazione», ha affermato la May ed “Échos” è proprio lo specchio di questo approccio, con un invito a una partecipazione attiva durante ‘lo svolgimento’ e ad ascoltarsi, anche post-visione.
Ph cover: Salvatore Pastore – ag. Cubo