“Fuga dall’Egitto”: uno spettacolo di teatro documentario. Al Menotti
FUGA DALL’EGITTO è liberamente tratto dall’omonimo libro d’inchiesta di Azzurra Meringolo Scarfoglio. Ci si trova di fronte a una performance che unisce il teatro documentario alla musica dal vivo (curate da Yasmine El Baramawy), in un intreccio tra atto performativo e cinema del reale, sonorità orientali e sperimentazioni elettroniche.
Fuga dall’Egitto: progetto
Ideato da Miriam Selima Fieno e Nicola Di Chio, trae ispirazione dal libro “Fuga dall’Egitto inchiesta sulla diaspora del dopo-golpe” della giornalista Rai e docente universitaria Azzurra Meringolo Scarfoglio, e getta luce sul fenomeno della diaspora egiziana post-2013, ovvero su quei giornalisti, sindacalisti, artisti, medici, poeti, politici e attivisti per i diritti umani che minacciati di repressione in Egitto, a causa delle loro idee, sono stati costretti a scegliere la via precaria e dolorosa dell’esilio, dopo il golpe che ha riportato i militari al potere.
I nuovi esuli egiziani sono scappati dal loro Paese per sfuggire al carcere, a sommari processi di massa, a tentativi di cooptazione. Per alcuni l’esilio è arrivato dopo lunghi periodi di detenzione, segnati da torture fisiche e psicologiche, una fuga improvvisa che li ha consacrati parte di quella che alcuni storici hanno già definito la più importante ondata migratoria dell’Egitto contemporaneo.
Due anni fa Miriam Selima Fieno e Nicola Di Chio hanno deciso di mettersi in viaggio per l’Europa e gli Stati Uniti passando per la Svizzera, la Francia, la Germania, la Svezia con l’intento di incontrare alcuni di questi giovani fuggitivi e raccogliere le loro storie.
Fuga dall’Egitto: in scena
Lo spettacolo è l’intenso racconto di questo viaggio, accompagnato dalla testimonianza e dalle musiche dal vivo della musicista e compositrice egiziana Yasmine El Baramawy.
Sulla scena l’attrice Miriam Selima Fieno guida una narrazione serrata che usufruisce di materiali d’archivio, documenti originali, protocolli giudiziari, reportage, interviste, rapporti di ricerca, e si avvale di dispositivi tecnologici come camere in diretta, cellulari, software di montaggio, video proiezioni per interrogare la realtà sociale e politica di un paese, l’Egitto, il quale preferisce non guardare direttamente la sua storia e le sue contraddizioni, come ben sappiamo noi italiani che pur continuiamo a fare affari, facendo finta di niente.
È sulla scena che la ricerca si evolve e il documentario, minuto dopo minuto, prende forma. La performance è una vera e propria esperienza di scoperta che lo spettatore attraversa assieme ai performers, in una dimensione che sovrappone due prospettive: una personale, intima, privata e una all’esatto opposto: vasta, contemporanea, politica, da cui emergono fatti, biografie, memorie.
L’apparato tecnologico e quello audiovisivo rappresentano l’elemento fondamentale per lo sviluppo drammaturgico di questo processo conoscitivo, sono il mezzo per portare i protagonisti sulla scena e la lente di ingrandimento che permette di andare oltre il proprio sguardo.
Il pubblico dunque è invitato a sentirsi parte di tale processo e a prendere posizione all’interno di un panorama incredibilmente reale fatto di relazioni internazionali, fatti personali, interessi economici, traffici, politica e realpolitik, regime e rivoluzione, paranoie e sorveglianze speciali, in cui è necessario scendere lentamente in profondità per superare il concetto di buono e cattivo e comprendere intimamente il significato di umanità.
Ph Andrea Macchia
Riassumendo
“Fuga dall’Egitto” presso Menotti Teatro Filippo Perego
DATE E ORARI: dall’8 all’11 e dal 15 al 20 marzo. Tutti i giorni di programmazione alle h 20, tranne domenica 20 alle h 16.
PREZZI: intero 16,50€
NOTA BENE: Spettacolo in italiano e inglese con sottotitoli in italiano e inglese