
“Il caso Braibanti”: il teatro fa luce su ciò che è stato dimenticato. Al Parenti
Al Franco Parenti di Milano torna in scena IL CASO BRAIBANTI di Massimiliano Palmese: un’occasione per fare memoria e trasmetterla in merito a un episodio che in pochissimi conoscono. In scena Fabio Bussotti e Mauro Conte, regia di Giuseppe Marini.
Il caso Braibanti: sinossi
Il 12 ottobre 1964 Ippolito Sanfratello depositò presso la Procura di Roma una denuncia contro Aldo Braibanti «per aver assoggettato fisicamente e psichicamente» uno dei suoi figli, Giovanni, all’epoca maggiorenne. Giovanni Sanfratello, in rotta con una famiglia borghese e cattolica ultra-tradizionalista, frequentava Aldo Braibanti da quando ne aveva diciannove.
Aldo Braibanti, laureato in filosofia teoretica, ex partigiano torturato dai nazifascisti, comunista, studioso di Spinoza, artista e poeta, era un intellettuale e dicerto una personalità carismatica: eppure tra Aldo e Giovanni esisteva semplicemente una relazione omosessuale.
Il processo ad Aldo Braibanti si aprì il 12 giugno1968, mentre infiammava la contestazione, e una nuova generazione si scagliava contro la vecchia in cerca di più ampie libertà. Il processo fu una reazione dell’Italia conformista e autoritaria davanti ai cambiamenti sociali e fu soprattutto un’istruttoria contro l’omosessualità. Per questo, all’epoca, “il caso Braibanti” agitò l’opinione pubblica italiana e fu causa di imbarazzo anche per la sinistra.
Respinto e ‘indifendibile’ in quanto omosessuale, Aldo Braibanti fu abbandonato dallo stesso PCI, che pure era stato il suo partito. Solo alcuni intellettuali e uomini di cultura dell’epoca denunciarono l’ambiguità di un processo istituito attorno al reato di ‘plagio’ utilizzato come pericoloso strumento repressivo: Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante, Alberto Moravia, Umberto Eco, Cesare Musatti, Dacia Maraini, Ginevra Bompiani. Ma tutti i loro appelli caddero nel vuoto.
Ad Aldo Braibanti furono inflitti nove anni di carcere. Fu l’unica condanna per plagio avvenuta nel nostro Paese. Nel 1981 la Corte Costituzionale abolì il reato, giudicandolo incostituzionale.
In scena due soli attori danno voce, secondo gli intenti registici, oltre che ai rispettivi protagonisti anche a tutti gli altri personaggi della vicenda, mentre le musiche eseguite dal vivo fanno de “Il Caso Braibanti” uno spettacolo-concerto dedicato a un intellettuale la cui vicenda fa tornare alla memoria quella di Pier Paolo Pasolini.
Riassumendo
“Il caso Braibanti” presso il Teatro Franco Parenti
DURATA: 60’
DATE E ORARI: martedì e giovedì h 20:30; mercoledì, venerdì e sabato h 19:15; domenica h 15:45
PREZZI:
– I settore: intero 30€
– II settore: intero 22€; under26 e over65 15€; convenzioni 18€
– Galleria: intero 18€; under26 e over65 15€; convenzioni 15€ Tutti i prezzi sono da intendersi + prevendita