LOL: Chi ride è fuori 2, dopo il grande successo della prima stagione – divenuta velocemente il titolo più visto di sempre su Prime Video in Italia – ha creato grandi aspettative sia nel pubblico che negli artisti coinvolti.
LOL Chi ride è fuori 2: i comici professionisti coinvolti
Virginia Raffaele, Corrado Guzzanti, Diana Del Bufalo, Maccio Capatonda, Maria Di Biase, Mago Forest, Alice Mangione, Gianmarco Pozzoli, Tess Masazza e Max Angioni. Che ne dite? Vi basta a immaginare il mix che si possa creare?
LOL Chi ride è fuori 2: ‘l’impresa’ da compiere
Devono restare seri per sei ore consecutive provando, contemporaneamente, a far ridere i loro avversari per aggiudicarsi un premio finale di 100.000 euro che sarà devoluto ad un ente benefico scelto da chi vincerà.
Ad osservare questa esilarante gara comica dalla control room, un nuovo inedito duo, composto dall’ormai padrone di casa Fedez, affiancato dal comico Frank Matano, grande rivelazione della prima stagione di LOL. Alla prima risata di uno dei comici, scatterà un cartellino giallo di ammonizione, seguito dal temuto cartellino rosso di espulsione dal gioco. Ma non è tutto. In questa nuova edizione di LOL: Chi ride è fuori, è previsto anche il tasto del colpo a sorpresa, che nasconderà un’arma letale della risata. L’asso nella manica dei due conduttori avrà infatti il volto di Lillo, grande protagonista della precedente stagione.
LOL Chi ride è fuori 2: puntate
I primi quattro episodi della seconda stagione di LOL: Chi ride è fuori sono disponibili su Prime Video da giovedì 24 febbraio e gli ultimi due dal 3 marzo.
LOL Chi ride è fuori 2: conferenza stampa
D: Com’è andata?
Virginia Raffaele: «È stata un’esperienza intensa. Solo chi è masochista va a LOL. Sapevo che sarei andata incontro a cose terribili!».
Corrado Guzzanti: «È stato molto divertente, ho sottovalutato la fatica fisica, ho una certa età ormai… È come aver fatto il militare!».
Maria Di Biase: «È stato divertente ma difficile; un’esperienza da fare: ne esci shakerata!».
Mago Forest: «Ho un po’ sottovalutato la fatica fisica…».
Corrado Guzzanti ha replicato scherzando: «Questa l’ho già detta io!».
Max Angioni: «Com’è stato? Bello. All’inizio, ero un fan boy. Superato quell’effetto, è arrivato il trauma».
Alice Mangione: «Vorrei rifarlo senza mio marito se posso. Non mi ricordo nulla di quello che abbiamo fatto».
Gianmarco Pozzoli, marito appunto di Alice: «Quindi, non ti ricordi quello che ho fatto con Tess?».
Tess Masazza: «Sono tuttora terrorizzata. Ancora adesso non rido».
Diana Del Bufalo: «È andata molto bene; avevo fatto anche una prova con i miei amici, durante una cena…».
Maccio Capatonda: «Io avevo il terrore che la mia faccia si modificasse da sola… Ero inibito».
Fedez: «È andata bene, sapevamo cosa stavamo girando. L’anno scorso, non ne avevamo idea. Quest’anno tutti si sono spesi tantissimo».
Frank Matano: «Nella Control Room si sta molto meglio. Il gioco è faticoso, basta farlo una volta. Ridere è stato molto meglio. Loro sono stati eccezionali».
Lillo: «È stata una liberazione entrare nel gioco, ridendo. È il motivo maggiore per il quale ho detto sì a quest’edizione. Entrare col sorriso stampato in faccia è stato fantastico visto che non ridere è una sofferenza vera, come hanno detto tutti. Nella prima edizione ho fatto delle facce assurde di cui non mi sono reso conto». La Raffaele controbbatte: «Quelle facce, le fai sempre, Lillo…».
D: Ritenete sia più difficile far ridere o rimanere seri?
T. Masazza: «Devi avere una concentrazione incredibile, soprattutto nel gestire il sorriso».
D. Del Bufalo: «Per me, è stato difficile restare seria, io non faccio ridere. Riuscire a rimanere seri con queste persone è un ‘male fisico’».
M. Capatonda: «Per me è stato difficile far ridere rimanendo serio. Volevo fare il personaggio di un ballerino, Bringo, però non ho potuto farlo perché è un personaggio che ride…».
D: Vi siete preparati?
G. Pozzoli: «Non mi sono preparato degli sketch, ma dei mondi, dei personaggi. Ero nel panico! Ho visto le edizioni straniere, ma non le ho studiate».
A. Mangione: «Quello che ti prepari non vale, una volta che metti piede lì, non riesci a usarlo!».
M. Di Biase: «Anch’io non mi sono ricordata più niente, non trovavo il momento giusto per farlo».
V. Raffaele: «Qualche numero lo prepari. Cerchi anche qualcosa che possa stupirti, ma è un’arma a doppio taglio perché rischi di ridere tu per prima».
C. Guzzanti: «Ci sono alcuni miei personaggi in LOL. Anch’io non ricordo bene cosa ho fatto… È stato divertente, ho preso questa cosa come se fosse una terapia d’urto, uno sport estremo, dopo due anni di pandemia. Si attraversano tanti stati d’animo, mi sono sentito a disagio, al contempo, mi sono anche divertito. Si vede anche la disperazione del comico dalla quale, spesso, nascono le cose migliori. Non ho visto le versioni straniere. Guardando la prima edizione nostrana, ho notato che è più facile difendersi dalle cose preparate che da quelle improvvisate; per una comicità scontata se è prevedibile si anticipa la reazione, mentre con la spontaneità scateni più reazioni».
D: Chi ha la comicità più geniale tra voi?
M. Forest: «Posso dire quella cosa di Corrado? No? non posso nemmeno dire che ha vinto Corrado?» [intuite come già nel corso della presentazione stampa ci fosse un certo spirito, immaginatevi cosa accade nel programma].
M. Capatonda: «Corrado mi ha regalato genialità da quando ero quattordicenne, LOL è il territorio in cui esce genialità senza nemmeno accorgersene – mi ero preparato tantissimo perché avvertivo un’ansia da prestazione totale, ero troppo ansioso di mostrare».
D: Sono nati dei tormentoni?
F. Matano: «È difficile capire cosa piacerà o meno».
Fedez: «È il pubblico che decide».
Lillo: «Il tormentato non va ricercato, puoi pensare a qualcosa ma non sai come esce».
M. De Biase: «Io ho detto “So’ Maria” ma non ha avuto presa».
V. Raffaele: «Non parti pensando di inventare il tormentone che funzionerà, lo diventa tramite il pubblico, grazie a un sapiente montaggio. Certo, mentre sei lì, stimola curiosità è capire cosa diventerà tormentone».
D: Cosa vuol dire essere comico oggi e cosa non vi fa ridere?
V. Raffaele: «Oggi è più difficile perché non si può più dire niente e la comicità ne risente».
F. Matano: «Rispetto a prima non è vero che non si può più dire niente, non si possono più dire le cose in modo sbagliato, bisogna solo pensarci meglio».
Fedez: «Io seguo stand-up comedian americani e penso che le cose si possano dire».
M. De Biase: «È difficile dire le cose, è vero, poi il comico però deve farlo».
D: La prima stagione è arrivata durante il lockdown, quando la gente aveva bisogno di ridere. Oggi cambia qualcosa nel modo di far ridere?
A. Mangione: «Partiamo svantaggiati perché c’è molta aspettativa da parte degli spettatori; ma c’è sempre bisogno di ridere. Bisogna proporre della comicità di qualità».
M. Forest: «Non c’è un momento ideale per decidere se ridere oppure no».
D: Chi siete contenti di non aver trovato?
V. Raffaele: «Lillo!».
C. Guzzanti: «Donald Trump!».
M. Di Biase: «Massimo Troisi non l’avrei retto. Nel surreale, si può dire tutto!”».
M. Forest: «Un comico che mi fa molto ridere è Cacioppo».
G. Pozzoli: «Ho avuto paura di trovare Cassano!».
M. Angioni: «Con De Luigi avrei avuto uno shock!».
A. Mangione: «Mi piace la comicità surreale di Lundini».