UNO SPETTACOLO PER CHI VIVE IN TEMPI DI ESTINZIONE è una nuova produzione del Piccolo Teatro di Milano per ragionare sulla sostenibilità del fare teatro. Tratto dalla pièce dell’americana Miranda Rose Hall, reinterpretato in Italia da lacasadargilla/Lisa Ferlazzo Natoli, a partire dal progetto per il Théâtre Vidy-Lausanne della regista britannica Katie Mitchell. Dopo la Stagione estiva 2021 “Ogni volta unica la fine del mondo”, si comincia a tracciare, con questo spettacolo, il percorso progettuale del Piccolo Teatro di Milano con gli ‘artisti associati’ lacasadargilla e Marco D’Agostin.
Lo spettacolo – primo capitolo del progetto Sustainable theatre?, testo Miranda Rose Hall, concept di produzione e regia originale Katie Mitchell – viaggia sotto forma di script ed è ricreato in ogni teatro partner da un’équipe locale.
L’intervento del direttore artistico del Piccolo Teatro, Claudio Longhi
«Una creazione che, al di là di quanto viene denunciato nel proprio nome, tende a trascendere la dimensione del singolo spettacolo per declinarsi in una più ampia forma progettuale. Nasce da conversazioni che si sono sviluppate essenzialmente tra due artisti, Katie Mitchell e Jérôme Bel, entrambi – indipendentemente l’uno dall’altro – si sono occupati e preoccupati della crisi climatica in atto, delle problematiche connesse alla sopravvivenza della vita nel nostro Pianeta, facendone il centro della loro ricerca al punto di incontrarsi, decidendo di percorrere un tratto di strada insieme. Insieme a loro c’è una piccola rete di teatri amici (di Losanna, Liegi, quello Nazionale di Lisbona), i quali hanno cominciato a ragionare insieme a noi nei mesi scorsi mentre eravamo nel pieno del secondo lockdown. Questa rete si è andata pian piano sviluppando fino ad abbracciare dodici teatri europei e due associati extra-europei (quello di Taipei e di Vidy-Lausanne).
Al centro del confronto c’era l’idea di affrontare questa autentica emergenza della vita del nostro pianeta, di cui tutti percepiamo l’importanza e che, altresì, fatichiamo a raccontarci e a rappresentarci. Da queste considerazioni è nato un processo di riflessione che ha investito sia le pratiche creative – quindi come si costruisce uno spettacolo e quali possono essere le sue tematiche focus – sia le pratiche di vita dei teatri cioè come stiamo gestendo quest’emergenza che stiamo vivendo, che tipo di contributo possiamo dare nei gesti quotidiani che riguardano la vita delle nostre istituzioni così come nella disseminazione della cultura della sostenibilità all’interno della comunità dei nostri spettatori.
Tutti questi elementi sono confluiti nel progetto Sustainable theatre?. Una delle prime questioni che si è posta è consistita nell’interrogarsi su come far circuitale gli spettacoli a livello internazionale e come evitare che, attraverso la circolazione delle scenografie e delle compagnie, anche il teatro contribuisse ad appesantire già il pesantissimo bilancio delle emissioni di carbonio nella nostra atmosfera. Di qui l’idea di evitare la tournée e optare per la via della ri-creazione ossia affidare a tutti i teatri che partecipano al progetto la possibilità di ricreare lo spettacolo in sede, non soltanto lavorando su di un medesimo copione, ma su di un concept che la Mitchell ha consegnato agli artisti che parteciperanno. Questa presentata al Piccolo è la prima di tutte le serie di ri-creazioni che lo spettacolo vivrà nei prossimi mesi. Ritengo sia evidente come per il Piccolo, che si sforza il più possibile di essere un teatro – in forza della propria tradizione – coi piedi ben saldi nella propria contemporaneità e di leggere il presente per cercare di mettere ordine nel caos che ci investe quotidianamente, un progetto del genere non poteva mancare all’interno di una stagione che, da più punti di vista, in risposta a un’esigenza della nostra contemporaneità, si interroga sulla questione della relazione uomo-natura, rapporto soggetto-realtà universo (cita anche “Carbonio” previsto a fine stagione, nda)».
Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione: lacasadargilla
Lisa Ferlazzo Natoli, regista del collettivo: Claudio Longhi ci ha coinvolto in questo progetto e processo, dove siamo stati chiamati a reinterpretare un intero spettacolo, che prima di tutto si articola intorno a quella che è la sostenibilità energetica. Infatti l’energia consumata per la creazione durante la rappresentazione deve essere prodotta in tempo reale e tenersi sotto la soglia di consumo paragonabile all’incandescenza delle nostre lucine. Il secondo principio – per citare Margherita Mauro, traduttrice e dramaturg del testo – è il meraviglioso strumento di fiducia e condivisione costituito dalla delega… è azzardato e rischioso in quanto la Mitchell ci ha consegnato il suo intero oggetto teatrale per cui lei perde una parte della propria autorialità, al contempo anche noi abbiamo dovuto fare un passo indietro ragionando con lei. Quest’ultima ci ha lasciato una grande libertà dentro i confini di una griglia stretta: dovevamo attenerci a un piccolo vademecum: energetico (riguardo alla linea drammaturgica del testo) e a delle poche ma indicazioni precise come la scelta della protagonista non bianca e il coinvolgimento di un coro. Abbiamo lavorato in sottrazione stringendo un patto di fiducia non solo col testo originario, ma anche con tutto il progetto».
Volutamente non vi riportiamo gli altri interventi in quanto a brevissimo potrete leggere il nostro articolo post visione ed esperienza (alcune riflessioni saranno integrate in quell’occasione).
Ph cover: Masiar Pasquali
Riassumendo
“Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione” presso Piccolo Teatro Studio Melato
DURATA: 75’ senza intervallo
DATE E ORARI: Dal 3 al 27 marzo 2022. Lunedì riposo. Da martedì, giovedì e sabato h 19:30; mercoledì e venerdì 20:30; domenica h 16
PREZZI: platea 40€; balconata 32€
Qui tutti gli appuntamenti annessi.