VOSTRO ONORE è una miniserie in quattro puntate per Rai1, basata sulla serie originale israeliana “Your Honor” prodotta da yes TV e Koda Communications creata da Ron Ninio e Shlomo Mashiach licenziata da SquareOne Productions.
«Affronta la storia del conflitto morale, drammatico e assoluto, di un uomo che deve scegliere tra la fedeltà ai principi etici di giustizia sui quali ha modellato la sua vita personale e professionale, diventando un esempio di rettitudine e affidabilità, e l’istinto più ancestrale di difesa degli affetti più cari, in pericolo d’essere annientati» (dalla nota ufficiale).
Vostro onore: cast principale
Oltre a Stefano Accorsi, spiccano anche i nomi di Barbara Ronchi, Francesco Colella, Matteo Oscar Giuggioli e Camilla Semino Favro con la straordinaria presenza di Remo Girone. Il soggetto di serie è stato affidato a Donatella Diamanti con cui hanno collaborato Mario Cristiani, Gianluca Gloria, Laura Grimaldi e Paolo Piccirillo.
Vostro onore: sinossi
Vittorio Pagani (Stefano Accorsi) è un giudice milanese, conosciuto e rispettato per la sua integrità, in corsa per la carica di Presidente del Tribunale di Milano. La recente scomparsa della moglie (Francesca Cavallin) ha segnato dolorosamente la sua vita e complicato il già difficile rapporto con suo figlio Matteo (Matteo Oscar Giuggioli). Ma quando quest’ultimo investe con la macchina il giovane esponente di una famiglia criminale, i Silva, Vittorio si trova costretto a fare una scelta. I Silva sono una vecchia conoscenza del giudice: è stato lui infatti, quando era PM, a smantellarne l’organizzazione, arrestandone il capoclan. Quindi sa bene che, se scoprissero chi è che ha causato l’incidente, i Silva non esiterebbero un solo istante a vendicarsi, uccidendo Matteo. Per questo lo stimato giudice si avvia a infrangere quella Legge della quale è stato da sempre integerrimo paladino. Preso dal panico, denuncia all’Ispettrice Vichi (Barbara Ronchi) il furto dell’auto incriminata e coinvolge l’amico ispettore della DIA Salvatore Berto (Leonardo Capuano), per farla risultare rubata. Salvatore, in debito d’onore con Vittorio, non si tira indietro e chiede a sua volta aiuto al giovane cugino della moglie, Nino Grava (Riccardo Vicardi) che, poco dopo, viene però fermato a bordo della vettura e arrestato. Vittorio fa in modo che ad assumersi la difesa di Nino venga scelta Ludovica (Camilla Semino Favro), una promettente ex-tirocinante, per la quale prova un sentimento sincero ma represso, a causa della sua delicata situazione professionale ed emotiva. In commissariato le indagini vedono spuntare anche il nome del boss mafioso Filippo Grava (Gabriele Falsetta), imparentato con Nino e fratello di Maddalena (Francesca Beggio), la moglie di Salvatore.
Matteo, intanto, seguendo le indicazioni del padre, cerca di comportarsi normalmente, anche se è tormentato dall’ansia e dai frequenti attacchi d’asma. Con l’intento di non coinvolgere le persone a lui vicine, diventa scontroso e prende le distanze dalla nonna Anita (Betti Pedrazzi), che lo aveva accolto in casa dopo la morte della madre, dalla fidanzata Chiara (Pauline Fanton), e da Dario (Francesco Buttironi), il suo migliore amico. Stringe invece un rapporto sempre più stretto con Camilla (Isabella Mottinelli), appena arrivata a Milano e nella sua scuola, con la quale si sente a suo agio. Ma la ragazza è la figlia del nuovo dirigente del commissariato, Paolo Danti (Francesco Colella), che guida le indagini sull’incidente.
Da qui la situazione per Vittorio e per il figlio si fa sempre più compromettente: le scelte del giudice provocano una reazione a catena che finisce per travolgere anche le altre persone coinvolte.
Vostro onore: conferenza stampa
MARIA PIA AMMIRATI, direttrice di Rai Fiction: «Credo che questo sia uno dei migliori adattamenti della serie israeliana. Ogni volta che si compie un adattamento, si rischia. La serie israeliana è più ficcante; noi abbiamo lavorato sulla nostra capacità di inventare ma anche di pensare alla nostra grande tradizione del racconto».
FABRIZIO DONVITO, produttore per Indiana Production: «È stato complesso lavorare a questa serie come lo sono tutte. È un format di successo, adattato in vari Paesi, ma devo riconoscere che il percorso è riuscito. Non è un remake, ma un adattamento, come si fa con un libro, sulla base delle nostre cultura e legge. Abbiamo avuto anche dei magistrati che ci hanno fatto da consulenti».
ALESSANDRO CASALE, il regista: «Ero nelle migliori condizioni per lavorare. Si trattava della prima volta che avevo in mano, da solo, una serie tv da plasmare. Ho visto solo un episodio della serie americana, non volevo farmi influenzare. Abbiamo ambientato la serie in una Milano in cui la violenza è serpeggiante. Sono stato Fortunato a lavorare con un cast di grande talento. Inoltre esiste anche una linea teen, che credo sia molto credibile nel panorama odierno. In più ci tengo ad evidenziare una novità rappresentata dalla rappresentazione di alcuni personaggi latino americani. La violenza non è mai manifesta, ma sotto traccia.
Si possono portare dei meccanismi di lavoro del cinema nella serialità per quanto riguarda i particolari, i tempi di riprese, anche se devo dire che abbiamo avuto il tempo per fare un ciak in più. Ho sentito la responsabilità di lavorare per Rai Fiction, ma non mi sono tirato indietro».
DONATELLA DIAMANTI, la sceneggiatrice: «Il tema è universale, ovvero a cosa sarebbe disposto un padre per salvare un figlio. Nella versione israeliana ci sono delle questioni – come l’ambientazione nel deserto – che non non potevamo utilizzare. A noi stimolava maggiormente utilizzare l’action: abbiamo usato la criminalità delle gang, da affiancare ad una criminalità più silente, come la camorra. Il conflitto resta sullo sfondo ma è pericolosissimo sulla testa dei protagonisti. Abbiamo lavorato molto anche sulle componenti relazionali. Questa bomba sulla testa dei protagonisti esplode colpendo una serie di relazioni.
Sarebbe riduttivo affermare che si tratti di una serie crime, è un racconto con un’ibridazione di generi: c’è il giallo ma non si prescinde dalla forte componente relazionale come evidenziavo prima».
STEFANO ACCORSI: «Non avevo visto la serie israeliana, a copione ricevuto non era ancora uscita quella americana. L’ho trovato subito un progetto coinvolgente: ci si chiede cosa faremmo in una situazione del genere. Capiamo cosa fa, ma lo giustifichiamo? Anche io ho pensato a cosa farei per salvare mio figlio: la risposta è solo una, è qualcosa di atavico, archetipico che attiene alla tragedia greca. Il mio personaggio ha pensato sempre al lavoro, vivendo in assenza rispetto al figlio. In un attimo spazza via tutto per il figlio. È il cuore pulsante della narrazione, che non rende diabolico il protagonista, forse machiavellico.
Non c’è la pretesa di fornire delle risposte. La parte crime poi aggiunge azione. La volontà era di realizzare un prodotto differente, che fosse una sfida nel contesto Rai, ma non abbiamo voluto neanche fare qualcosa che fosse in conflitto con quello che c’è già. È una serie naturalmente inclusiva e punta molto sulla famiglia – questo la rende ancora più italiana.
Dal punto di vista tecnico abbiamo girato quasi sempre a diaframma aperto, una cosa molto rara che si può fare solo in Italia dove le competenze sono altissime. La serialità sta regalando tantissimo al nostro settore e la Rai è il maggiore broadcaster: è bello che siano esplorati terreni così differenti».
REMO GIRONE, dà volto a Federico Masieri, Presidente del Tribunale in uscita e amico di vecchia data di Anita: «È una delle produzioni con cui mi sono trovato meglio. Casale è veramente un regista d’attori, sa come deve emergere il personaggio. Mi è sembrato che si girasse come al cinema».
CAMILLA SEMINO FAVRO, interpreta Ludovica Renda: «Ero spaventata all’idea di affrontare un personaggio come il mio, ma la presenza di Stefano mi ha rassicurata molto. Una volta cominciato abbiamo ingranato. Ho guardato sia la serie israeliana che quella americana: la mia versione del personaggio di Ludovica è ben diversa. Vittorio è il suo mentore».
MATTEO OSCAR GIUGGIOLI: «Matteo è stato un personaggio che abbiamo calibrato attentamente. È un ragazzo molto intelligente, che a volte preferisce essere sottovalutato, ma si nota la sua brillantezza. Ha un rapporto complicato con il padre».
BARBARA RONCHI è l’ispettrice Sara Vichi: «Gli spettatori il colpevole lo conosciamo dall’inizio, solo la Polizia non lo sa! Il mio personaggio ha un pregiudizio di fondo e cioè che un giudice non possa aver nascosto una cosa così grave».
FRANCESCO COLELLA incarna il nuovo dirigente del Commissariato ed è il padre di Camilla (Isabella Mottinelli) : «Sono felice di parlare in pubblico dopo quattordici giorni di Covid-19. Il mio personaggio è è abbastanza maieutico, socratico, cede piacevolmente il passo all’intuizione altrui. Si fa ingenuo perché il suo interlocutore si senta più libero e possa svelarsi maggiormente. Non abbandona nessuna pista e non ha paura. Quando forza la sua natura di investigatore commette il più grave errore. Lo accomuna a Vittorio il disorientamento verso i figli».
Le foto di scena sono di Francesca Cassaro